Intervista

Leggi l’intervista su La Stampa 2019

Tumori al pancreas

Ogni anno in Italia colpisce tredicimila persone, con una sopravvivenza a cinque anni non superiore all’8%. Restringendo il campo ai nostri territori, i dati diffusi dalla Rete Oncologica del Piemonte e della Valle D’Aosta non sono incoraggianti: ogni anno nelle due regioni vengono diagnosticati circa 900 nuovi casi (20 ogni 100 mila abitanti), un numero quasi uguale a quello dei decessi. Oggi, giovedì 21 novembre, si celebra la Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas: un «Big Killer» che, si stima, nel 2030 sarà la seconda causa di morte per neoplasia al mondo. La percentuale dei casi di tumore al pancreas operabili con interventi potenzialmente curativi è intorno al 15%.

«Questa patologia è stata al centro di un focus durante l’ultimo convegno nazionale della Sic –  interviene il presidente della Società Italiana di Chirurgia, il torinese Paolo De Paolis -. La chirurgia resta un’arma importantissima contro una malattia così aggressiva, che richiede una diagnostica precoce. I check up preventivi possono cogliere le lesioni iniziali senza arrivare alla manifestazione più evidente: purtroppo, sovente, anche tardiva». Per De Paolis che guida il reparto di Chirurgia generale d’urgenza 3 dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino «la diagnostica per immagini e le ecografie oggi danni risultati qualitativamente impensabili rispetto a pochi anni fa: questo permette di rilevare anche piccole lesioni di un organo posto in una sede critica. E’ fondamentale intervenire prima che la lesione abbia avuto la possibilità di infiltrare strutture vitali adiacenti». Anche in questo caso, la prevenzione è fondamentale: «Cogliere il tumore in fase asintomatica è importantissimo,  in soggetti a rischio è necessario non sottovalutare anche sintomi apparentemente banali come leggeri cali di peso, difficoltà digestiva e dolori lombari».